Come rallentare il declino cognitivo
NATURE, 10 Giugno 2021
COME RALLENTARE IL DECLINO COGNITIVO
L’allenamento cerebrale tramite app mirate migliora le prestazioni del cervello e la velocità di elaborazione negli anziani/adulti. Lo dimostra uno studio pubblicato su Nature.
Gestire la diminuzione della funzione cognitiva legata all’età è un’importante sfida di salute pubblica, specialmente nel contesto dell’invecchiamento globale della popolazione. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la popolazione mondiale di età superiore ai 60 anni raddoppierà entro il 2050, per un totale di circa 2 miliardi di persone. Attualmente si stima che 50 milioni di individui vivano con la demenza e ogni anno si verificano quasi 10 milioni di nuovi casi.
A questo scopo, sono state sviluppate diverse app di Cognitive Mobile Games (CMG) per allenare e sfidare il cervello. Tuttavia, finora, il livello di prove a sostegno dei benefici del loro uso nella vita reale era limitato. Per questo Nature ha deciso di presentare lo studio di un gruppo di scienziati che hanno analizzato i punteggi e la velocità di elaborazione ottenuta nel corso di 100 sessioni di gioco in 12.000 soggetti di età compresa tra 60 e oltre 80 anni (di cui non conoscono genere, origini, stili di vita, livello di competenza tecnologica, un limite questo che auspicano possa essere superato in studi futuri). Ebbene, gli utenti che si sono allenati sono migliorati durante le varie sessioni, indipendentemente dall’età, sia in termini di punteggi che di velocità di elaborazione, suggerendo che gli adulti anziani e molto anziani possono migliorare le loro prestazioni cognitive utilizzando la CMG nella vita reale.
La notizia è importante perché, proprio per la gravità del problema, sempre l’OMS ha suggerito che “prevenire” il declino cognitivo e la demenza è una priorità globale. Oltre all’impatto sul paziente, infatti, la demenza ha anche un impatto significativo sulle famiglie e sulla società in generale. Il costo economico è stato stimato in 232 miliardi di euro per i paesi europei nel 2015 e si prevede che raddoppierà entro il 2040.
Per questo lo studio presentato su Nature ha voluto andare più a fondo. Le principali evidenze sono:
- I risultati sono sensibili ai cambiamenti cognitivi legati all’età, in linea con gli studi precedenti.
- Anche se il declino cognitivo legato all’età è inevitabile, le traiettorie di vita del cervello e delle funzioni cognitive sono variabili e molte di loro rimangono plastiche per tutta la durata della vita.
- Fermo restando il dubbio ancora non risolto se tutte le funzioni cognitive possano essere allenate (o in che misura si possano fare progressi), la popolazione sana studiata dal pool di scienziati ha registrato buoni miglioramenti “probabilmente dovuti alla plasticità indotta dalla formazione”.
- L’allenamento cognitivo o l’impegno prolungato in compiti nuovi e impegnativi come le CMG potrebbe migliorare lo sviluppo dell’invecchiamento e della cognizione secondo il modello teorico dell’Impalcatura, in base al quale esistono una serie di circuiti addizionali che sostengono una funzione cerebrale in declino diventata inefficiente conferendole protezione e miglioramento delle funzioni cognitive.
Lo studio va poi oltre e affronta l’effetto dei CMG su ogni dominio cognitivo (attenzione, memoria, fluidità, linguaggio e abilità visuospaziali) e la velocità di elaborazione basata sul tempo di reazione dimostrando in modo dettagliato i risultati ottenuti. Per esempio:
- È stata osservata una piccola ma significativa diminuzione della “velocità” di elaborazione aritmetica nel corso delle 100 sessioni. La velocità di elaborazione aumenta durante le prime 50 per poi rimanere stabile, mentre il punteggio dei giochi aumenta. Quindi a pari velocità i partecipanti sono in grado di eseguire compiti più complessi.
- È stato osservato un aumento nei punteggi delle elaborazioni e degli accoppiamenti di parole in ogni gruppo di età, più evidente per i partecipanti più giovani. L’elaborazione delle parole e l’impegno nell’alfabetizzazione durante l’età adulta permettono di mantenere un’elaborazione lessicale efficiente, ma cambia la velocità di elaborazione: le parole da associare diventano più difficili e meno comuni man mano che l’allenamento progredisce, il che può spiegare perché il tempo necessario per associarle aumenti significativamente nei diversi gruppi di età.
- È stato dimostrato che gli adulti più anziani sperimentano più difficoltà nel cambiare il compito da eseguire. Tuttavia sono stati in grado di allenare questa funzione, come dimostrato dai loro significativi miglioramenti nella velocità di elaborazione.
- Per quanto riguarda l’attenzione visiva, è ampiamente accettato che l’invecchiamento è associato al deterioramento della visione e del campo visivo con una diminuzione dell’attenzione selettiva. Ma lo studio dimostra che il tempo necessario per trovare un oggetto diminuisce nel tempo in tutti i gruppi di età; il CMG è dunque in grado di migliorare l’attenzione selettiva negli adulti più anziani, o almeno migliorare la velocità di risposta, buon indicatore della funzione cognitiva.
- È stato dimostrato che gli adulti più anziani possono migliorare la loro memoria dopo un allenamento specifico, con un vantaggio maggiore nella popolazione più giovane.